Il governo giallo-verde tra 'narrazione' e realtà

19-01-2019

Varata faticosamente la manovra economica, dopo una lunga trattativa con la UE per usufruire di maggiori risorse aumentando il deficit, il governo di Lega e Cinquestelle non ha tuttavia molti motivi per gioire.

Un aspetto particolarmente critico del programma di questo governo è che non sono state previste misure consistenti per il rilancio dell’economia e per favorire l’occupazione. Bisognava indirizzare massicciamente le risorse disponibili su un consistente programma di lavori pubblici, possibilmente sparsi capillarmente sul territorio, in prevalenza nei settori dell’edilizia scolastica, della messa in sicurezza del territorio e della bonifica dei territori inquinati. Gli investimenti pubblici sono il vero motore dell’economia, perché, a parità di risorse impegnate, hanno un effetto moltiplicatore molto superiore a ogni altro tipo di misura.
Invece, praticamente tutte le risorse disponibili sono state convogliate su misure miranti soprattutto a ottenere consensi immediati ("reddito di cittadinanza", revisione della Legge Fornero, riduzione dell’IVA). Per lo sviluppo sono state lasciate le briciole, assolutamente insufficienti per produrre dei risultati apprezzabili.

Si vedranno nei prossimi mesi i disastri provocati da questa scelta. A dispetto delle rosee previsioni che Di Maio, nella sua beata ignoranza, continua a diffondere a piene mani, l’economia rallenterà sempre più, lo spread ricomincerà a salire, i tassi d’interesse aumenteranno, il credito alle imprese e alle famiglie avrà costi sempre più alti. Ci sarà probabilmente bisogno di una manovra correttiva, il che vuol dire inevitabilmente nuove tasse e/o tagli ai servizi essenziali.

Del resto, neppure per i provvedimenti-bandiera andrà molto meglio, poiché – senza entrare nel merito della bontà di simili misure – sarebbero stati necessari investimenti di gran lunga maggiori per tener fede alle promesse iniziali. Molto presto, la maggioranza di coloro che oggi applaudono entusiasticamente Salvini e Di Maio cominceranno a rendersi conto di essere stati presi in giro e che ciò che vanno raccontando giorno per giorno questi personaggi non ha alcuna corrispondenza con la realtà dei fatti. Il “decreto sicurezza” di Salvini si rivelerà soltanto una “bufala propagandistica”; il “reddito di cittadinanza”, tanto sbandierato dai 5S, interesserà un numero assai minore di cittadini rispetto a quanto dichiarato, e sarà soggetto a tanti di quei vincoli che in molti casi le persone saranno costrette a rinunciare ad esso; qualcosa di simile si può dire riguardo alla “quota 100” per accedere alla pensione
Sopra ogni cosa, però, peserà una crisi economica sempre più dura, indotta, sì, dalla sfavorevole congiuntura internazionale, ma visibilmente più grave in Italia che nella maggior parte degli altri Paesi europei. Questo significherà – e anche i cittadini più sprovveduti finiranno per capirlo – che si sta pagando il prezzo dell’incapacità dei nostri attuali governanti.

Quanto potrà durare il governo giallo-verde in queste condizioni. A meno di eventi assolutamente imprevedibili (e improbabili), io credo non molto. Forse i partiti che lo sostengono faranno in tempo a conquistare qualche seggio in più nel Parlamento europeo alle prossime elezioni, ma non si potrà andare molto più in là. In autunno ci sarà probabilmente la “resa dei conti”, innescata dalle condizioni economiche e sociali non più sostenibili per la maggior parte della popolazione.
Non è escluso però che non si arrivi neppure all’autunno. La volpe Salvini, sempre molto attenta all’umore dei propri sostenitori, potrebbe decidere di interrompere l’esperienza di governo con i 5S, nella prospettiva di andare ad elezioni anticipate, prima di perdere altri consensi...