E' ora che il governo Letta vada a casa

22-12-2013

La cosiddetta “legge di stabilità” è ormai in dirittura d’arrivo. Le attese da essa suscitate – in imprenditori, sindacati e semplici cittadini – erano notevoli. Nei fatti, però, tale legge si è rivelata un’autentica delusione, in quanto non è portatrice di alcuna sostanziale novità, soprattutto per quanto riguarda la tanto sbandierata detassazione sul lavoro dipendente. Per gli imprenditori è prevista una riduzione ridicola delle imposte; per i lavoratori, la detassazione massima, sugli stipendi più bassi, si tradurrà in un aumento in busta paga di circa 15 euro al mese. Se questo è un provvedimento che deve rilanciare l’economia del nostro Paese e favorire nuove assunzioni, c’è poco da stare allegri.

“Non voglio sfasciare i conti pubblici”, ha dichiarato Enrico Letta. E poi: “Non sono Babbo Natale”. Intendendo accreditare l’idea che è stato fatto tutto il possibile, viste le scarse risorse disponibili.

La verità è che non si è voluto minimamente andare a intaccare il sistema di sprechi, di evasione fiscale e di privilegi politici che pesa come un macigno sulla nostra economia, e che avrebbe potuto accrescere considerevolmente le risorse da destinare alla crescita. Non c’è stato alcun provvedimento diretto a far pagare le tasse a chi non le paga; non c’è alcun progetto di riduzione del numero dei parlamentari e di tagli ai loro scandalosi compensi; non si parla più di abolizione degli innumerevoli enti inutili che costano centinaia di milioni l’anno (se non addirittura miliardi) senza svolgere alcuna funzione. C’è anche – per entrare ancor più nello specifico – la multa da più di due miliardi e mezzo inflitta ai gestori di videopoker e altre macchinette mangiasoldi, multa ridotta prima a 600 milioni e poi abbassata ulteriormente a 500 milioni dal governo Letta, della quale risultano pagati a oggi soltanto 390 milioni. Quale legge perversa impedisce di revocare le concessioni a chi non versa il dovuto?

C’era anche la questione del pagamento della tassa sugli immobili (ICI, IMU, TASI o come altro si voglia chiamarla) da parte delle strutture religiose non adibite al culto o ad opere assistenziali. Qui pure si continua a far finta di niente (rinunciando a non meno di 400 milioni di gettito all’anno)…

E si potrebbe continuare per un bel po’. Il problema vero è che non c’è alcuna volontà politica di operare in direzione di un autentico cambiamento, riequilibrando i redditi a favore delle classi meno abbienti, riducendo i privilegi e facendo sì che la politica assorba meno risorse per il proprio mantenimento.

Letta sta dimostrando chiaramente di voler galleggiare senza scosse, senza andare a incidere alla radice dei principali problemi che affliggono il nostro Paese: una strategia minima di sopravvivenza, priva di coraggio e di prospettiva per il futuro, sostanzialmente in linea con i governi che l’hanno preceduto. Non è certo questo ciò che i cittadini si aspettavano, e soprattutto non è questo che serve all’Italia per riprendersi dalla grave crisi in cui è precipitata.

E’ giunto il momento in cui bisogna che tutte le forze responsabili si attivino affinché venga approvata al più presto una nuova legge elettorale e si vada al voto senza perdere altro tempo. Speriamo che questa sia veramente la volta buona per avere un governo degno di questo nome!


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