La matematica di Odifreddi, ovvero la sicurezza nelle crociere equiparata al gioco del lotto

28-02-2012

Personaggi resi giustamente famosi da eccellenze dimostrate in determinati campi, pretendono di esprimere pareri su altri argomenti che non hanno alcuna relazione rispetto alle proprie competenze specifiche.

L’ultimo caso? Quello del matematico Piergiorgio Odifreddi, autore di pregevoli libri sulla storia della matematica e sulla scienza in generale: si presenta oggi al TG2 per dichiarare che non c’è alcuna relazione tra i recenti incidenti in cui sono incorse le navi dalla Costa Crociere e la possibilità di futuri incidenti.

Non so se qualcuno lo paga per fare affermazioni del genere, ma sembrerebbe che questa volta Odifreddi non sappia proprio di cosa stia parlando.
Il suo ragionamento è quello che si applica genere al gioco d’azzardo, e in special modo al lotto, secondo cui è del tutto irragionevole scommettere su certi numeri basandosi sui numeri usciti nelle precedenti estrazioni. Ogni estrazione è infatti un evento a sé, che non ha alcuna relazione con le estrazioni passate. Se un dato numero non esce da più di 100 settimane, non esiste una possibilità maggiore che esca nelle prossime settimane rispetto ad altri numeri, così da rendere conveniente scommetterci sopra.

Cosa c’è che non va nel ragionamento di Odifreddi, e che dimostra una notevole incapacità di valutare nel merito situazioni radicalmente diverse?
Il lotto è un gioco basato sul puro caso, per cui le uscite dei numeri seguono, se considerate in tempi abbastanza lunghi, le leggi della probabilità.

Ma gli incidenti sulle navi da crociera sono altrettanto casuali?
Non si direbbe, visto che, almeno nel caso della “Concordia” sono già state individuate precise responsabilità. Senza contare poi le diverse testimonianze che mettono in luce la notevole impreparazione dell’equipaggio di fronte all’emergenza. Per quanto riguarda l’“Allegra”, sono subito rimbalzate sui media le notizie di almeno altri due incidenti accaduti negli ultimi anni, i quali hanno costretto la stessa nave a soste più o meno lunghe. Non sembra quindi del tutto fuori luogo ipotizzare che l’esigenza di risparmiare abbia spinto la Compagnia ad affidare le proprie navi a personale sempre meno addestrato (e meno pagato), con turni massacranti, riducendo al minimo anche i controlli relativi alla sicurezza.

Gli incidenti, al di là della pura casualità statistica, potrebbero quindi essere stati favoriti da una cattiva gestione del personale e da un indebito risparmio nel campo della sicurezza. Cosa che, in mancanza di un drastico mutamento di prospettive, potrebbe rendere più probabili altri incidenti in futuro.

Saranno ovviamente le inchieste ad accertare l’effettiva esistenza di responsabilità. Ma sin da ora si può dire con certezza che non c’è alcuna giustificazione per accostare la probabilità di un incidente navale alla probabilità che esca un determinato numero al lotto. Si tratta infatti di eventi fondamentalmente diversi: i primi dipendono, almeno in parte, da fattori umani che possono essere controllati; i secondi, salvo che non ci sia una qualche forma di dolo (è accaduto anche questo!), sono del tutto casuali.

A questo punto una domanda si impone: cosa può spingere una persona dotata di raziocinio e buona intelligenza a intervenire in modo tanto superficiale e inappropriato?
Qualsiasi risposta si può dare a questa domanda non credo che metta in buona luce detta persona.