Perché non possiamo più fidarci dei partiti

01-04-2012

I partiti, in larga parte, non agiscono più nell’interesse dei cittadini, bensì allo scopo di mantenere i privilegi di coloro che vi fanno parte… Per mesi, se non per anni, li abbiamo visti schierarsi a favore della restituzione ai cittadini del diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Li abbiamo sentiti dichiararsi a favore di una corposa riduzione del numero dei parlamentari (qualcuno parlava addirittura di dimezzamento), come pure di ridurre l’entità dei loro scandalosi compensi. Ora ci dicono che i maggiori partiti stanno concordando una revisione della legge elettorale, la quale prevederebbe un incrocio (un pasticcio come solo i partiti sanno fare) tra sistema maggioritario e sistema proporzionale, con premio di maggioranza, anche se meno ampio dell’attuale, con soglia di sbarramento, ma con possibilità dei partiti minori di avere piccole rappresentanze. Ma, assai più grave, la riforma in via di definizione si baserebbe su liste bloccate, cioè liste con un solo nome per ogni partito. Come a dire che se qualcuno vuole votare un determinato partito, è costretto a sostenere il candidato che la segreteria ha scelto per quel territorio.

Un’ennesima presa in giro per i cittadini. Giustificata dai politici di professione con la motivazione che “tanto i cittadini non conoscono la maggioranza dei candidati e quindi finirebbero per votare quelli indicati dalle locali sezioni o si farebbero condizionare da coloro che hanno più mezzi economici da impegnare nella campagna elettorale”. Io credo invece che i partiti siano terrorizzati dalla possibilità che, stanchi delle continue porcate a cui devono assistere ogni giorno, gli elettori “lascino a piedi” qualche alto papavero. E questo sarebbe intollerabile per i partiti.

Per quel che mi riguarda credo proprio che se mi troverò davanti a una scheda del tipo descritto, sarò fortemente tentato di farci sopra uno scarabocchio, in modo che nessuno possa trarre vantaggio dal mio voto.

La riduzione del numero dei parlamentari?
Dal dimezzamento, si è arrivati a proporre un numero di 750 (dai circa 930 attuali). Si pensi che negli Stati Uniti, con più di 300 milioni di abitanti (l’Italia ne ha circa 60 milioni), i parlamentari delle due Camere sono complessivamente 535. Capisco che diminuire il numero degli eletti renda maggiore il problema, per i partiti, di come collocare i trombati. Ma questo è un problema dei partiti, non dei cittadini.

Per quanto riguarda i compensi, i nostri parlamentari, i più pagati d’Europa, nonostante le promesse di inizio anno, si sono ben guardati di rinunciare a un solo euro.
E questi sarebbero coloro che hanno a cuore il bene dei cittadini?

Si dice che le critiche ai politici alimentano l’antipolitica, il qualunquismo, che poi è l’esatto contrario di ciò che serve al sostegno della democrazia. Secondo me, l’antipolitica è alimentata soprattutto dal comportamento dell’attuale classe politica, che si riempie la bocca con grandi discorsi, ma poi si mostra sempre più soggetta alla corruzione, sembra non conoscere le reali condizioni in cui vivono tanti cittadini (o comunque se ne infischia), è interessata soprattutto a non lasciarsi strappare i privilegi di cui gode…

Ma stiano attenti quei politici: da un momento all’altro, del tutto inaspettatamente, potrebbero venir messi da parte da nuove formazioni politiche, sotto la spinta delle reali esigenze dei cittadini. Liste civiche, movimenti né di destra né di sinistra, sorti unicamente per dar voce a coloro che ormai non riescono più a farsi sentire…


Parole chiave: politica