La Grecia, il default e le politiche di risanamento

20-03-2012

Per il momento si direbbe che la Grecia si sia salvata dal fallimento, che avrebbe avuto gravi conseguenze per tutti i Paesi dell’eurozona.

Ma per quanto tempo?
Con i pesanti tagli imposti dalla BCE per concedere un prestito di 130 miliardi, a meno di ipotizzare un miracolo, non si capisce come la Grecia potrà risollevarsi dalle attuali condizioni. Con il PIL sceso a -7%, con la disoccupazione giovanile sopra al 50%, con i licenziamenti obbligati per decine di migliaia di dipendenti pubblici (e quelli che resteranno dovranno accettare un taglio dello stipendio del 25/30%), con un fortissimo aumento della pressione fiscale, io credo che entro pochi mesi i nodi verranno al pettine.

I nodi sono quelli della politica miope della BCE, attenta solo al risanamento dei bilanci pubblici e praticamente assente per quel che riguarda la questione della crescita, cioè del rilancio dell’economia. Si tratta di una visione in linea con quella delle grandi istituzioni internazionali, come il FMI e la Banca Mondiale, che accettano di dare aiuto agli Stati in difficoltà solo a condizioni che praticamente strangolano gli Stati stessi, portandoli alla rovina. E’ successo diverse volte, e c’è già un’ampia letteratura sull’argomento.

Ma ci sono altri Stati, ad esempio nel Sudamerica, che non si sono piegati a simili richieste e hanno fatto a modo loro. Il caso più eclatante è quello dell’Argentina che, dopo il default di fine 2001, ha varato una politica economica fortemente espansiva che ha portato, in pochi anni, a una vigorosa crescita.

Per certi burocrati, responsabili della gestione di miliardi di euro, Keynes e il New Deal statunitense non hanno insegnato niente…

Cosa dobbiamo aspettarci?
E’ possibile che fra qualche mese comincerà ad essere chiaro che la Grecia non è in grado di restituire i soldi che le sono stati prestati e, anzi, che avrà bisogno di altri soldi per andare avanti. A questo punto la sua uscita dall’euro sarà una conseguenza quasi obbligata.

E l’Italia?
L’Italia è messa molto meglio della Grecia. Ma la politica dell’attuale governo non lascia ben sperare per il futuro. Non sono certo poche liberalizzazioni annacquate e l’eventuale revisione dell’art. 18 dallo Statuto dei lavoratori che possono rilanciare l’economia! Ci vuole ben altro.

Dobbiamo solo sperare che Monti si ravveda in tempo e vari seri provvedimenti per la crescita, come potrebbero essere quelli relativi a un corposo programma di investimenti pubblici. Oppure, dobbiamo sperare a una rapida ripresa dell’economia mondiale, con conseguente aumento delle nostre esportazioni. Mancando queste condizioni, la situazione per noi si prospetta tutt’altro che rosea. Almeno per i prossimi 2/3 anni…


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