Cambia l'involucro ma non il contenuto

21-04-2012

Il recente annuncio di Casini di voler procedere a un totale rinnovamento del suo partito, con la costruzione di un “partito della nazione”, a cui ha fatto eco in tempi strettissimi, quello di Alfano con un progetto ancor più “rivoluzionario” per il PdL, ripropone la questione della credibilità di simili operazioni.

Diciamolo chiaramente. I partiti godono oggi di una reputazione ormai prossima allo zero, per la loro incapacità, ampiamente dimostrata, di occuparsi dei reali interessi dei cittadini, e ancor più per la loro propensione a infiltrarsi in ogni struttura della società per accrescere il proprio potere. Senza contare gli scandali, sempre più numerosi, che li vedono coinvolti. C’è quindi da domandarsi se basta cambiare il nome a una formazione partitica, spostare qualche faccia da una carica all’altra, inserendo magari due o tre nomi nuovi e di prestigio, per parlare di novità sostanziali.

La verità è che, dietro a queste operazioni ci sono gli stessi politici che nelle ultime settimane hanno discusso a lungo sul finanziamento ai partiti senza venire a capo di nulla; gli stessi che si sono confrontati per mesi sulla legge elettorale, sulla riduzione del numero dei parlamentari, sulla necessità di dare un taglio ai compensi di deputati e senatori (i più elevati d’Europa), per lasciare tutto, desolatamente e vergognosamente, come prima. Casini è anche colui che per anni si è affannato a sottolineare l’esigenza di venire incontro ai bisogni delle famiglie con sgravi fiscali e altri provvedimenti tesi a migliorarne le condizioni economiche. Ma è lo stesso che, di fronte alle drastiche misure prese dal governo Monti, che hanno ridotto, letteralmente, alla miseria centinaia di migliaia di famiglie, non ha mosso un dito per opporsi, dichiarando anzi, a più riprese, il suo pieno e incondizionato appoggio alla politica di detto governo.

E che dire di Alfano, e della sua combriccola, per anni al completo servizio delle esigenze del loro signore, Berlusconi, anche se spesso in contrasto col bene del Paese?
Meglio stendere un velo pietoso!

Eppure questo attivismo interno all’UDC e al PdL sembra preoccupare non poco le altre formazioni politiche, in primo luogo il Partito Democratico, almeno a giudicare da certe dichiarazioni denigratorie che abbiamo ascoltato negli ultimi giorni. Tutti i politici sanno molto bene che è sufficiente un’abile operazione di marketing, anche nel vuoto più totale di nuovi contenuti, per attrarre nuovi elettori nella loro orbita.

Purtroppo, questa è una tragica realtà, e in modo particolare della realtà italiana: basta che qualcuno gridi, un po’ più forte degli altri, “C’è un asino che vola”, e si può essere certi che una gran moltitudine di pecore – pardon, di persone – alzerà in alto lo sguardo convinta di poter vedere un asino alato volteggiare nel cielo.

Cos’altro c’è da aspettarsi da una maggioranza di cittadini che non si interessa di politica (come se non li riguardasse da vicino), non legge i giornali e tantomeno libri che non siano di pura evasione, che in TV segue quasi esclusivamente reality o programmi di semplice intrattenimento, e partite di calcio, tanto calcio, diverse volte alla settimana, tanto da rincretinire sempre più?

Il cambiamento può avvenire solo a partire dal basso. Da un certo numero di cittadini di buona volontà, che studiano, che si informano, che discutono, che si rendono conto fino in fondo di doversi impegnare in prima persona, nei ruoli che ognuno si sente di poter assumere. C’è bisogno di facce nuove, di idee nuove, di entusiasmo, ma anche di un profondo disgusto per come le cose vanno oggi, con conseguente desiderio di darsi da fare per un miglioramento reale della nostra società, a tutti livelli…

Parole chiave: politica