Non ci deluda, prof. Monti

21-11-2011

Le parole d’ordine del nuovo governo in carica, più volte enunciate, sono: rigore, equità e crescita. Con rigore ci si aspetta che gli sprechi, in special modo gli “sprechi della politica”, vengano drasticamente ridotti e che le spese effettuate ai vari livelli siano veramente nell’interesse dei cittadini; con equità, si da per scontato che il peso dei sacrifici necessari per riequilibrare i conti italiani sia sostenuto soprattutto dalle classi più ricche (“da chi finora ha dato di meno”); con crescita, infine, si pensa subito a quella componente, lungamente ignorata dalla gestione economica di Tremonti, diretta a rilanciare la nostra economia, sempre più in affanno.

Purtroppo, i primi segnali lanciati dal governo Monti, almeno riguardo a quella equità tante volte sbandierata, non sono molto incoraggianti. Il provvedimento più ovvio per reperire risorse, caldeggiato persino dagli industriali, sarebbe quello di imporre una tassa sui patrimoni che superano il milione di euro. Non sarebbe una misura poi così penalizzante per “coloro che hanno di più”, che darebbe, oltretutto un segno tangibile della volontà di invertire una tendenza fin qui sempre più pronunciata: quella di far pagare la crisi soprattutto ai meno abbienti.

Invece, sembrerebbe che la patrimoniale non sia nei progetti di questo governo, per via – così ci dicono – degli effetti depressivi che una simile misura avrebbe sull’economia. Ora, io credo che personaggi del calibro di Monti e dei suoi ministri superesperti non ignorino ciò che ogni studente di economia sa benissimo, e cioè che qualsiasi imposta è tanto più depressiva quanto più essa grava sulle classi a basso reddito. Eppure si direbbe precisamente questa la strada scelta dal nuovo governo, col progetto di reintrodurre l’ICI sulla prima casa e di un ulteriore aumento dell’IVA. Nemmeno le liberalizzazioni più spinte ed eventuali incentivi a chi assume potranno controbilanciare la contrazione dei consumi provocata da questi provvedimenti sulle classi medio-basse, che poi sono la larga maggioranza della popolazione.

Da persone responsabili, davvero interessate allo sviluppo del nostro Paese e non guidati da fruste ideologie, ci saremmo aspettati una robusta patrimoniale, estesa per un periodo di 3/5 anni, un serio progetto di lotta all’evasione, non ridotto al “tracciamento dei pagamenti” (cavallo di battaglia del Partito Democratico), ma che assegni più uomini e mezzi alla guardia di finanza, modifichi la normativa vigente in modo da evitare scappatoie per i furbi, potenzi le strategie per scovare gli evasori attraverso l’incrocio tra le dichiarazioni dei redditi e il tenore di vita, ecc. Solo dopo aver applicato queste misure, se non ancora sufficienti, avremmo accettato di buon grado un’imposta sulla prima casa, magari prevedendo l’esenzione per i redditi più bassi.

Se gli orientamenti del nuovo governo sono quelli prospettati dalle prime dichiarazioni, be’, allora ancora una volta i cittadini si sentiranno presi in giro, rimanendo delusi nelle loro aspettative e nelle loro esigenze.

Ma forse abbiamo tratto troppo presto conclusioni sbagliate da elementi ancora insufficienti per poter dare un giudizio complessivo. Non ci rimane quindi che sperare di venir smentiti dalle decisioni che il governo prenderà nelle prossime settimane.
Non ci deluda, Prof. Monti!

Parole chiave: politica economia Mario Monti