A proposito di FIAT

18-01-2010

La FIAT ha deciso di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese a partire dal 2012. Marchionne ha recentemente precisato che tale decisione è irrevocabile.

A prima vista si potrebbe osservare che una scelta del genere, malgrado i problemi sociali che provoca a livello locale, sia pienamente legittima in quando risponde a logiche di mercato a cui le aziende devono sottostare per far fronte alla competitività internazionale.
Ciò sarebbe vero se la FIAT fosse un'azienda "normale", ossia se fosse un'azienda abituata a contare esclusivamente sulle proprie forze. Ma non è così, visto che essa gode di una condizione di assoluto privilegio rispetto alla maggioranza delle aziende italiane, per via dei molti contributi che riceve dallo Stato italiano. Ne ricordo alcuni:

a) Incentivi per la rottamazione, che malgrado riguardino indistintamente tutte le auto vendute in Italia, in realtà hanno favorito soprattutto la FIAT, come dimostrano le statistiche.

b) La cassa integrazione viene concessa alla FIAT con grande facilità, non soltanto in corrispondenza di gravi periodi di crisi come l'attuale, ma anche per far fronte a rallentamenti delle vendite di specifiche tipologie di auto e per le ristrutturazioni interne in vista della produzione di nuovi modelli.

c) La FIAT ha goduto, negli ultimi anni, di finanziamenti europei per diverse decine di milioni di euro per la formazione e la riqualificazione del personale, gestiti da Italia Lavoro, l'agenzia del Ministero del Lavoro.

La FIAT non può quindi decidere unilateralmente la chiusura di uno stabilimento che getterà sul lastrico migliaia di famiglie (considerando anche l'indotto) in una zona - la provincia di Palermo - in cui il lavoro è già molto scarso. La FIAT, accettando dei contributi consistenti dallo Stato italiano, di fatto, dovrebbe considerarsi impegnata a salvaguardare l'occupazione. Se lo stabilimento di Termini Imerese non è più economicamente conveniente, si cambi genere di produzione, si proceda a una ristrutturazione, gli si dia una destinazione diversa. Senza fare i furbi, però: vendendo cioè a qualcun altro, che poi si assumerebbe l'ingrato compito di mandare a casa i lavoratori, sollevando la FIAT da ogni responsabilità.

Vorrei sentire qualche intervento serio del PD su questo argomento, ad esempio un invito al governo a condizionare altri contributi futuri al mantenimento degli attuali livelli di occupazione in tutti gli stabilimenti del gruppo torinese.


Parole chiave: FIAT Partito Democratico lavoro