La riforma della scuola del centro-destra

Si fa un gran parlare di tagli alla scuola e all’università, come pure del famigerato “decreto Gelmini”. Ho l’impressione che, sia nelle dichiarazioni dell’opposizione che nei dibattiti televisivi, il problema principale venga quasi sempre lasciato sullo sfondo senza mai essere esposto con chiarezza.
L’esigenza primaria da cui parte la Casa delle Libertà è quella del risparmio. Su questa esigenza è stato costruito un castello di giustificazioni, richiamandosi ad argomenti spesso condivisibili: gli sprechi, la scarsa preparazione degli insegnanti, l’eccessivo proliferare dei corsi di laurea (alcuni dei quali con un solo iscritto), ecc…
Se c’era un vero interesse per la qualità delle nostre istituzioni scolastiche, bisognava partire dai problemi e proporre soluzioni capaci di incidere in profondità. Può darsi che, così facendo, si sarebbe anche risparmiato qualcosa; ma spacciare dei tagli grossolani per una scelta che – non si sa per quale meccanismo prodigioso – farà migliorare l’intero sistema dell’istruzione, denota solo un gran faccia di bronzo.
La Gelmini dice di voler dialogare con gli studenti; la stessa CdL invita l’opposizione a “collaborare”. Dubito che dietro a questa apertura ci sia qualcosa di più di un tentativo di convincere che si tratta di una buona riforma, senza la minima disponibilità a cambiare la sostanza del decreto.
E’ facile prevedere come andrà a finire questa vicenda: il decreto verrà approvato così com’è, perché la maggioranza ha i numeri per farlo passare. Ci saranno meno risorse per la scuola e l’università, non si farà assolutamente nulla per migliorare la qualità dell’insegnamento, per ridurre il nepotismo, per introdurre criteri di valutazione seri (al di là di qualche trovata demagogica): per farlo occorrerebbero competenze e coraggio, doti praticamente sconosciute all’interno di questa maggioranza.
Il PD non può impedire che passi questa riforma, ma almeno non si lasci ingannare dagli appelli al senso di responsabilità, non diventi complice di questo scempio: quello che il centro-destra vuole è un sì senza condizioni. Piuttosto si dia da fare per elaborare proposte alternative, ne parli con gli insegnanti e gli studenti, promuova dibattiti con tutti coloro che hanno a cuore un miglioramento del livello di istruzione dei nostri studenti.
Questa maggioranza si può battere solo con proposte concrete, condivise dalla gran parte dei cittadini, e non con una semplice critica ai diversi provvedimenti posti in atto, fin troppo facile, che però non prospetta alcun nuovo scenario.